Silenzio

XVIII settimana T.O.

Il silenzio con cui il Signore Gesù reagisce alla supplica accorata di questa donna cananea in così grande pena per sua figlia ci stupisce! Stupisce noi, ma stupisce anche i discepoli che reagiscono chiedendo al Maestro di fare qualcosa: <Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!> (Mt 15, 23). La richiesta dei discepoli ci permette di comprendere ancora meglio la situazione: se è vero che il Cristo non risponde alla supplica di questa donna, rimane altresì vero che neppure la redarguisce, ma le permette di esprimere il suo bisogno secondo il suo modo e le sue esigenze. Sono i discepoli a trattare questa donna come se fosse un cane da cui bisogna liberarsi: <ci viene dietro>! Nel testo alcune immagini animali si susseguono e, per molti aspetti, si contrappongono. Mentre i discepoli chiedono a Gesù di liberarli dall’incomodo di questa donna che sembra incalzarli come un cane affamato o arrabbiato, il Signore risponde attirando la loro attenzione che riguarda le <pecore perdute della casa di Israele> (15, 24).

Subito dopo sarà lo stesso Maestro a dire una parola assai dura a questa donna con cui cerca di spiegarle la sua reazione silenziosa e apparentemente così insensibile: <Non è bene prendere il pane dei figli e darlo ai cagnolini> (15, 26). Una parola da parte di Cristo Gesù che apre la possibilità a questa donna di dichiarare il suo modo di porsi davanti al mistero della salvezza e che scioglierà la situazione di imbarazzo nell’ammirazione: <Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri> (15, 28). Nella zona di Tiro e Sidone, non lontano dal mare, avviene qualcosa che assume tutta la sua profondità di senso se messo in relazione con quanto avvenuto appena prima sul lago increspato con Simon Pietro. Questi chiede e ottiene di camminare sulle acque e, proprio mentre sta procedendo, si impaurisce e comincia ad affondare fino a meritare non l’elogio, ma il rimprovero di Gesù: <Uomo di poca fede, perché hai dubitato?> (14, 31).

Questa donna, al contrario, continua a mantenere viva la sua grande fede anche dinanzi al silenzio e all’apparente chiusura di Gesù nella coscienza di non avere diritto a nulla; eppure, nella consapevolezza di avere bisogno di aiuto per la guarigione di sua figlia. Laddove i discepoli guardano a questa donna con supponenza e la considerano come un fastidio di cui liberarsi, il Maestro dapprima fa il gioco dei suoi discepoli, per poi metterli di fronte al mistero di una fede che non solo li supera, ma pure l’interroga. Quante donne cananee ci sono ancora sulla nostra strada di discepoli che sembrano interrogare il Signore e che, in realtà, interrogano fino a smascherare la nostra poca fede… la nostra fede di facciata e di comodo? Si avvera la parola del profeta Geremia: <Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo ad esserti fedele> (Gr 31, 3). Ma è lo stesso profeta a sottolineare come questa rivelazione avviene <da lontano>! Non bisogna mai dimenticare che nella fede c’è sempre un elemento di imprevedibilità che rischia di sfuggire proprio a chi si ritiene più vicino.

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