Profetizza

XX settimana T.O.

L’invito del Signore al profeta è quello di profetizzare <su queste ossa> (Ez 37, 4) perché possano rivivere proprio a partire dalla certezza che, da Dio e in Dio, tutto può e deve riprendere vita. Si può veramente dire che ciò che sta a cuore al Signore è che la vita sia piena e abbondante per tutti. Per questo <il grande comandamento> (Mt 22, 36) di cui si parla nel Vengelo non può che essere imprescindibilmente legato a questo mistero di vita che si fa continua e creativa apertura alla vitalità. Vi è un solo obbiettivo: amare perché l’amore crea, conserva e incrementa la vita. Anche la nostra esistenza, come quella del profeta, è chiamata ad essere posta come a custodia del mistero di una sempre possibile insurrezione di un di più di amore che è sempre un di più di vitalità.

Se l’obbiettivo è unico i soggetti e gli oggetti di questo amore non possono mai essere unilaterali, sempre ci sono almeno e Dio e l’uomo che si incontrano ora dolcemente e talora con grande fatica tanto che sembra ci si perda di vista… ci si perda di cuore. Così pure va tenuto presente che le esperienze e le sensazioni non sono realtà univoche, ma per loro natura dinamiche, ricche e complesse. Il Signore Gesù si sottrae alla tendenza ad assolutizzare il comandamento dell’amore verso Dio, ma lo mette in relazione e comunicazione con quello di amare il fratello. In tal modo si ribadisce il dinamismo originario che passa del tutto naturalmente e in modo amorevolissimo da Dio, nel mistero della sua vita intima, alla creazione nel dinamismo di una continua e mai conclusa crescita che ci riguarda in modo profondo e irrinunciabile.

Basilio Magno insiste con i monaci affidati alle sue cure: <Abbiamo ricevuto il precetto di amare il prossimo come noi stessi. Ma Dio non ci ha forse dato anche una propensione naturale a farlo? Nulla è più conforme alla nostra natura che vivere insieme, cercarci l’un l’altro e amare il proprio simile. Il Signore domanda dunque i frutti di quello di cui ha deposto il germoglio in noi, dicendo: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri” (Gv 13, 34)>1. L’amore per Dio non è assoluto perché cancellerebbe ogni altro amore. Al contrario, l’assoluto dell’amore di Dio ci permette di abitare e di animare l’amore che dobbiamo a noi stessi e agli altri senza relativizzare, ma vivendo in pienezza ogni minima relazione.


1. BASILIO MAGNO, Regole più ampie, § 3

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