In mezzo

XIX settimana T.O.

È come se le due letture andassero in senso inverso eppure alla fine, misteriosamente, riuscissero a confluire. Nel testo di Ezechiele siamo posti di fronte ad un dilagare dello sterminio che sembra un diluvio di sangue che si propaga a partire dai sacri recinti del tempio senza nessun timore di profanarlo. Nel Vangelo siamo messi di fronte ad un dilagare del perdono che, seppur riconosce al fratello la libertà di non ascoltare e di non convertirsi, sembra comunque non arrendersi. Si potrebbe così dire che lo <strumento di sterminio> (Ez 9, 1) diventa lo strumento del perdono previo che libera, attraverso la parola rivolta al fratello, la possibilità di cambiare e di convertirsi. Se il Signore Gesù ci dà una procedura da osservare e da seguire nella correzione fraterna ci offre anche, subito dopo e con maggiore solennità, un criterio di valutazione globale: <In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato anche in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo> (Mt 18, 18). Questa parola così forte dovrebbe rallentare fino ad eliminare i nostri processi di giudizio soprattutto quando rischiano di essere sommari e superficiali. Il Signore sembra sussurrare al nostro cuore: “Fate attenzione, fate molta attenzione quello che voi deciderete sulla terra per il vostro fratello, sarà ratificato in cielo!”.

Nella storia della Chiesa questo versetto del Vangelo è stato, spesso e volentieri, interpretato e usato come una sorta di lasciapassare per l’esercizio di un potere assoluto e non raramente dispotico tanto da essere, in alcuni casi, sanguinario e in chiaro contrasto con il Vangelo. Ciò che ha permesso questa triste deriva è l’accoglienza di questa parola del Signore come investitura per l’esercizio di un potere. A ben guardare questa parla è un invito alla discrezione e all’attenzione verso il fratello nella continua ricerca di un punto di contatto con il suo cammino che permetta di ritrovare le vie di una riconciliazione e intesa. Queste vie sono sempre possibili nella misura di un desiderio buono: <In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro> (Mt 18, 19-20).

Quando viviamo un conflitto e soprattutto quando decidiamo di seguire la “linea dura” in quelle che sono le nostre relazioni fraterne, siamo invitati a fare mente locale su quanto diamo spazio <in mezzo> – tra noi e il fratello con cui siamo in conflitto – alla presenza del Signore, la quale dovrebbe essere capace di mutare profondamente il nostro modo di sentire e di portare le difficoltà nella relazione passando dalla logica dello <sterminio> a quella del perdono unilaterale e assoluto. Il profeta Ezechiele ci aiuta a comprendere il ruolo della presenza di Cristo al cuore delle nostre relazioni soprattutto quando sono difficili e duramente esigenti: <In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa di scriba al fianco> (Ez 9, 2). A questo settimo uomo, che sta in mezzo agli altri <sei uomini> muniti dello <strumento di sterminio>, viene affidato un compito preciso: <segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono>. Se seguiamo il Signore Gesù non potremo che risparmiare chiunque dallo sterminio del giudizio sperando che sia fatto altrettanto nei nostri confronti. Se proprio non riusciamo a risparmiare, la presenza del Signore <in mezzo> alle nostre relazioni fraterne dovrebbe almeno rallentare le nostre operazioni di giustizia sommaria.

1 commento
  1. Marielle
    Marielle dice:

    …per non seguire ” la linea dura “nelle nostre relazione fraterne, il punto di contatto potrebbe essere :
    CERCARE LA SCINTILLA DIVINA
    che abita il cuore di ogni uomo – anche se qualche volta è molto nascosta – è sempre presente ed è il nostro
    DENOMINATORE COMUNE per vivere in Pace…

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