Fiducia
XXIII settimana T.O. –
L’apostolo Paolo chiede per se stesso da parte della comunità cui si rivolge una sorta di attestato di <fiducia> (1Cor 7, 25). Se questa fiducia possiamo accordarla a Paolo, ancora di più possiamo dare fiducia al Signore Gesù che ci mette di fronte alle esigenze della fedeltà al Vangelo attraverso le parole delle beatitudini che sono necessariamente legate anche alle “guaititudini”. Per quattro volte il Signore Gesù ripete <Beati>, ma per quattro volte ripete pure <Guai>. In tal modo l’evangelista Luca ci fa cogliere come la sfida del Vangelo è una sfida non a senso unico, ma a senso alternato o a senso complesso. Così dicendo il Maestro ci ricorda e, in certo modo, rafforza la nostra responsabilità su quelli che sono gli scenari della nostra vita. Il primo passo sembra proprio essere quello dell’attenzione e della vigilanza per non perdere il contatto con ciò che in noi e attorno a noi è povero e piccolo… per ritornare a Paolo, potremmo dire con ciò che è <vergine>!
L’evocazione della verginità fa tutt’uno nelle parole di Paolo con l’evocazione della necessità e delle costrizioni proprie della vita, che vanno assunte e trasformate ogni giorno in un’occasione possibile di crescita nella verità e nella libertà. Lo sguardo e la parola di Gesù che si volge <verso i suoi discepoli> (Lc 6, 20) è uno sguardo che beatifica, felicita, congratula. Ogni giorno siamo chiamati a lasciarci toccare fino ad essere trasformati da questo sguardo che, oltre a beatificarci, pure smaschera tutto ciò che in noi si oppone alla logica del Vangelo. Mettendo insieme le raccomandazioni paoline <riguardo alle vergini> (1Cor 7, 25) e le parole roventi del Signore Gesù, possiamo dire che al discepolo che siamo e stiamo diventando è offerta la strada di una rinascita interiore capace di riportarci all’essenziale.
Come la verginità così pure lo stile delle beatitudini non sono affatto un impoverimento o una mortificazione delle nostre possibilità di crescita e di sviluppo. Al contrario siamo messi di fronte all’esigenza e alla possibilità di riprendere ogni giorno un atteggiamento di assoluta disponibilità verso ciò che la vita ci richiede e ci offre come possibilità per l’esercizio pieno e generoso della nostra volontà. Come vergini e come poveri siamo posti dalla parola del Signore davanti al mistero di una possibilità di rimettere ogni giorno ordine tra i nostri desideri, per maturare una libertà da noi stessi che ci renda curiosi e generosi verso la vita. Il Signore ce lo ricorda con cura: <Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti> (Lc 6, 26). Da parte sua l’apostolo Paolo ci svela una sorta di trucco per non cadere nella trappola di noi stessi: <d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente> (1Cor 7, 29-31). Non si tratta di una inutile mortificazione, ma di un atteggiamento terapeutico di libertà interiore che ci può rendere veramente e solidamente <Beati>.
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