E’ tempo

XIV settimana T.O.

Si potrebbe dire, riprendendo il profeta Osea e accogliendo la parola del Signore Gesù, che <è tempo> (Os 10, 12) di <guarire ogni malattia e infermità> (Mt 10, 1). Proprio l’evangelista Matteo, comunemente e giustamente ritenuto come il più attento al mistero della Chiesa, attende più a lungo di tutti gli altri evangelisti prima di farci conoscere in modo solenne e circostanziato <i nomi dei dodici apostoli> (10, 2) e parlarci in modo assai preciso della loro missione per l’umanità. Prima di questo passo così importante, Matteo ha come bisogno di premettere il lungo discorso della Montagna e il racconto dei dieci miracoli di Gesù. Queste parole – non altre – e questi gesti – non altri – sono lo specchio della vita della Chiesa e il continuo luogo di verifica della sua missione. La Chiesa nasce come missione di rendere presente al cuore dell’umanità la <compassione> (9, 36) di Dio che si esprime con la parola che orienta la vita e i gesti che la guariscono profondamente ed efficacemente.

Perché si possa essere fedeli alla missione affidata dal Signore alla sua Chiesa, non solo nei contenuti, ma pure e soprattutto nei metodi, la parola del profeta Osea è assai illuminante. Da una parte bisogna vigilare su ogni tentazione di attaccamento vigilando sui pericoli della ricchezza: <più ricca era la terra, più belle faceva le sue stele> (Os 10, 1). Dall’altra è necessario coltivare questa povertà e semplicità e solo allora sarà possibile che si realizzi la parola: <Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà> (10, 12). La <bontà>, che rimanda alle viscere di misericordia del Signore che freme per il suo popolo, è il segno distintivo della fedeltà apostolica al mandato del Signore: <diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità> (Mt 10, 1). Quale lungo cammino è stato necessario – e non ancora compiuto – per gli apostoli prima di poter cominciare non solo a seguire, ma pure ad imitare il loro Maestro e Signore. Non possiamo ingannarci né illuderci sulle fantasie che questo <potere> può creare!

Il monito del Signore <rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa di Israele> (Mt 10, 6) potrebbe essere oggi ricompreso in questo modo: “rivolgetevi alle pecore perdute della Chiesa”. Prima di preoccuparci di evangelizzare il mondo che definiamo neopagano e secolarizzato, siamo chiamati ad evangelizzare profondamente noi stessi perché, guariti interiormente, possiamo essere testimoni credibili. Il cammino della Chiesa nel tempo e nei luoghi in cui l’umanità attende l’annuncio del vangelo non può che essere in tutto conforme alle intenzioni e alle consegne dell’unico Maestro. Il Signore Gesù ha conferito e continua a conferire un ministero di guarigione, di compassione, di discernimento. Non solo, il Maestro non si accontenta di affidare ai suoi discepoli di ogni tempo e di ogni luogo un ministero, ma raccomanda anche un metodo preciso che potremmo definire come delicato, attento, sereno.

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