Duello

XIII settimana T.O.

Nella prima lettura il profeta Amos ci mette davanti ad una sorta di interrogatorio. L’elenco di domande non vuole essere altro che un modo – molto simile a ciò che Dio fa con Giobbe alla fine del libro che ci narra il magnifico misurarsi tra l’Altissimo e il suo servo tribolato – per prendere coscienza della signoria di Dio sulla nostra vita. Le ultime parole del profeta hanno il sapore di una vera e propria sfida: <prepàrati all’incontro con il tuo Dio, Israele> (Am 4, 12). Nel Vangelo, il luogo di questo appuntamento per affrontare una sorta di duello tra il Signore e ciascuno di noi sembra proprio essere il mare aperto: <Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era ricoperta dalle onde> (Mc 8, 24). La nota che conclude questo versetto rende lo <sconvolgimento> veramente sconvolgente poiché <egli dormiva>! Laddove tutto fa pensare che il Signore Gesù si sia addormentato, in realtà egli assume su di sé, per superarlo, il nostro essere addormentati dentro. Il dormire del Signore Gesù permette di svegliare nei discepoli quella fede sempre non solo poca, ma così poco profonda da essere turbata da una folata di vento. Non è raro che ci sentiamo travolti da burrasche che si consumano nello spazio ristretto di un bicchiere e il Signore ci dà tutto il tempo di prendere le misure della nostra incapacità e di aprire il cuore alla supplica: <Salvaci, Signore, siamo perduti!> (8, 26).

Come per i discepoli, anche la nostra fede è sempre alquanto piccola. Soprattutto il nostro modo di sentire e di vivere il nostro rapporto con Dio rischia talora di essere così poco puro da noi stessi e altamente contaminato dalle nostre paure che sono, troppo spesso, frutto dei nostri desideri frustrati. Per questo il nostro cuore è raramente vigile tanto che le prove della vita ci trovano spesso impreparati e impauriti. È il Signore Gesù a ridonare la calma al mare del nostro cuore, ma non prima di averci come obbligato ad agitare in noi la fede, come si fa con un prodotto perché funzioni al meglio…  solo dopo tutto ritorna alla pace. La pace a caro prezzo del Vangelo non arriva prima di aver accettato e accolto di nuovo di lasciarci dirigere piuttosto che dirigere, di lasciarci svegliare mentre ci sembra di scuotere dal sonno Colui che non dorme mai come il leone. In una icona orientale si può contemplare il Signore Gesù che dorme con un occhio aperto e Cirillo di Gerusalemme annota: <Molteplici sono le forme che il Salvatore prende nei suoi interventi per ciascuno di noi, ma si fa tutto a tutti adattandosi alle nostre debolezze come medico davvero buono e maestro compassionevole>1.

Non dobbiamo mai dimenticare di considerare il mistero del silenzio con cui l’Altissimo sembra assistere ai nostri più intimi sconvolgimenti e di quanto questo ci turba e ci interroga profondamente come già fa il profeta Amos con il popolo. Se poi ci sembra persino che il Signore dorma, questo ci disturba fino a indispettirci. Eppure, la presenza di Dio, mistero di insondabile amore, non può che calmarci con la sua calma imperturbabile.


1. CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi, 10.

1 commento
  1. Marielle
    Marielle dice:

    Ô Signore, Tu che chiamiamo ” Dio “, quanto dolorosa e profonda deve essere la tua disilluzione ogni volta che dimentichiamo la grande fiducia che hai in noi…e malgrado tutto… – o magari a causa della nostra debollezza – continui a credere che è possibile : che ” possiamo farlo ” e ci circondi del tuo immenso AMORE.
    GRAZIE della Tua pazienza !
    PERDONACI nostra poca fede ed aiutaci a ringraziarti attraverso nostra piccola vita…

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