Accogliere… sempre più
11 Gennaio –
Ha un sapore del tutto particolare sentire il Signore Gesù che dice: <Lo voglio!> (Lc 5, 13). Con questa parola così preziosa e così bella siamo come introdotti nel mistero della volontà di Dio che, normalmente, noi intendiamo come qualcosa che da Dio viene verso di noi – quasi ci sovrasta e talora ci opprime – e invece sembra che, in realtà, non sia altro che la riposta di Dio alla domanda dall’uomo: <Signore, se vuoi puoi sanarmi> (Lc 5, 12).
Noi tutti – ciascuno di noi – portiamo nel nostro essere i segni di una lebbra che consuma la nostra vita facendoci sentire già un pochino morti. Per questo ognuno di noi è invitato ad aprirsi al grande mistero: <Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio> (1Gv 5, 11) e l’apostolo, da parte sua, chiarisce e sottolinea: <Chi ha il Figlio ha la vita> (1Gv 5, 12).
Aprire i nostri occhi e il nostro cuore sul mistero del Verbo Incarnato dovrebbe essere per noi un continuo stupore davanti allo stesso mistero della vita e alle sue potenzialità. Non di rado abbiamo l’impressione che la morte abbia la meglio e, invece, noi portiamo nel cuore – nel più profondo del nostro cuore e nell’essenza stessa del nostro essere – un seme di vittoria sul male e sulla morte nelle sue diverse forme: <chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?> (1Gv 5, 5).
Questo credere in Gesù e riconoscerlo come Figlio di Dio non è semplicemente una questione di “credo” ma è una questione di vita. Si tratta di riconoscere nei tratti e nella logica del mistero pasquale il segreto della vita, la possibilità di guarire da ogni <infermità> (Lc 5, 15).
Ogni volta che facciamo esperienza di qualcosa che blocca la nostra vita e che ci rende infermi dobbiamo essere pronti a combattere contro l’idea che Dio voglia la nostra infermità per volgerci a lui <pregandolo: “Signore, se vuoi puoi sanarmi”> (Lc 5, 12). È importante formulare questa preghiera per evitare di pensare che Dio voglia la nostra sofferenza, Lui che vuole – in realtà e sempre – la nostra gioia!
Certo, la preghiera non è esaudita solo quando ottiene ciò che chiede ma pure quanto, in una relazione sempre più profonda, si apre – proprio attraverso la preghiera – a nuovi orizzonti di comprensione e di accettazione fino a quel momento sconosciuti e persino temuti.
Accogliere la volontà di Dio nella nostra vita e nella nostra storia passa sempre attraverso il coraggio di esprimere fino in fondo il nostro desiderio: <Padre, se vuoi, allontana da me questo calice> (Lc 22, 42). Non è forse questo il vero modo per essere in grado di berne l’amarezza fino in fondo ma non da soli?!
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