Accogliere… la sapienza
10 Gennaio –
La conclusione del Vangelo di oggi apre il nostro cuore quasi ad un desiderio di imitazione: <Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca> (Lc 4, 22). Mentre portiamo a compimento i giorni della letizia del tempo di Natale che si concluderà domani con la festa del Battesimo del Signore, non possiamo che condividere il sentimento dei nazaretani che sono <meravigliati>. Per i concittadini del Signore lo stupore è duplice: da una parte l’ammirazione per <le parole di grazia> pronunciate dal Rabbì e dall’altra per il fatto che tutta questa sapienza fiorisca sulle labbra di uno di loro. Chissà forse qualcuno degli astanti conserva nel cuore la preziosa memoria di qualche allegra battuta, di giovanili risate e – perché no! – di qualche inevitabile alterco con il “loro” Gesù. Non è diverso per noi che – spesso – pensiamo di conoscere bene il Signore Gesù fino a quando egli non entra nella <sinagoga> (Lc 4, 16) del nostro cuore e si mette a <leggere> nella nostra vita con tono così nuovo da riaprire in noi le porte della speranza. Il Signore Gesù si dimostra veramente capace di <leggere>, decifrare e annunciare la Parola di Dio racchiusa nelle Scritture proprio per questa sua attitudine a dire <parole di grazia>. Un cammino che viene offerto anche per ciascuno di noi: lasciarci inondare dalla presenza di un Dio che <ci ha amato> e permette che noi <amiamo> (1Gv 4, 19) a nostra volta divenendo capaci di esprimere i nostri sentimenti, le nostre emozioni, la nostra volontà sempre e proprio con parole e gesti profumati di grazia che rivelano e donano <a tutti i popoli la sapienza eterna> (Colletta). Nell’insieme della liturgia odierna sembra proprio che la sapienza è quella che il Signore Gesù ha <allevato> dentro di sé per il lungo tempo in cui ha vissuto nascostamente <a Nazaret dove era stato allevato> (Lc 4, 16). Come dice l’esegeta alessandrino rivolgendosi alla nostra assemblea e al nostro cuore: <Anche ora, se lo volete, in questa sinagoga, in questa nostra assemblea gli occhi vostri possono fissare il Salvatore. Quando voi riuscite a rivolgere lo sguardo più profondo del vostro cuore verso la contemplazione della Sapienza, della Verità e del Figlio unico di Dio, allora i vostri occhi vedranno Gesù. Felice assemblea quella di cui la Scrittura testimonia che “gli occhi di tutti erano fissi in lui”>1. Non ci resta che tenere <fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede> (Eb 12, 2).
1. ORIGENE, Omelie su Luca, 32, 6.
Deo gratias!