Accogliere… la presenza

9 Gennaio

Il vangelo di quest’oggi ci dona una parola che possiamo come considerare il dono particolare della rinnovata celebrazione del mistero dell’incarnazione: <Coraggio, sono io non abbiate paura> (Mc 6, 50). Il testo di Marco ci fa ancora una volta <salire sulla barca> e ci dice che il Signore <costrinse i suoi discepoli a precederlo sull’altra riva> (6, 45) mentre, nella prima lettura, l’apostolo Giovanni forse ci offre una possibile chiave di lettura per comprendere cosa sia realmente questa barca e a che cosa possa alludere la fatica <nel remare> (6, 48) che muove a compassione il Maestro fino a farsi prossimo ai suoi discepoli nella notte. Tutti noi facciamo esperienza di quanto sia faticoso <remare> nel senso di amare i nostri fratelli e sorelle e di quanto nell’esperienza dell’amore spesso e volentieri non solo si è costretti ad imbarcarsi ma pure a sostenere <il vento contrario>. Eppure, la parola dell’apostolo è come una bussola che ci permette non perdere il giusto orientamento anche quando la notte si fa fitta e la tempesta ci intimidisce: <Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore> (1Gv 4, 18). Il messaggio e l’appello con cui ci congediamo da questo tempo di Natale è dunque un forte invito ad avere il <coraggio> di amare e di amare in modo <perfetto>. Una domanda si affaccia più che naturalmente al nostro cuore normalmente abitato da timori e da lentezze: “Cosa mai può significare amare in modo perfetto?”. La perfezione dell’amore non consiste di certo in un amore impeccabile ma nella volontà di continuare a remare pur con fatica e nonostante ogni <vento contrario> (Mc 6, 48). L’esempio ce lo dà lo stesso Signore Gesù il quale dopo aver <congedato la folla> (6, 46) e aver riguadagnato un po’ di solitudine <sul monte a pregare> non esita a raggiungere i suoi discepoli per soccorrerli e sollevarli nella loro fatica. Veramente il Verbo si è fatto carne per noi e per la nostra salvezza al fine di rendere il nostro cammino di uomini e di donne meno faticoso e più sereno. Il mistero dell’incarnazione nel quale si è pienamente e stupendamente manifestato l’amore di Dio per noi in tutta la sua qualità e densità ha una grande conseguenza che ci riguarda e che viene così riassunta dall’apostolo Giovanni che più e meglio di tutti ne ha conosciuto e penetrato le profondità: <se Dio ci ha amato così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri> (1Gv 4, 11). Se poi non sapessimo dare un contenuto concreto a questo dovere imprescindibile di amarci reciprocamente, allora potremmo fare nostra la parola del Signore: <Coraggio… non abbiate paura> (Mc 6, 50). Portiamoci via da questo Natale come dono e come impegno il desiderio di farci reciprocamente coraggio per remare insieme nel mare della vita con minore fatica e con gioia crescente: l’amore non è un <fantasma> (Mc 6, 49)!

1 commento

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *