Accogliere… dolcemente
Battesimo del Signore –
Concludiamo con la festa di oggi il tempo di Natale e possiamo lietamente lasciarci alle spalle un altro ciclo festivo con la consapevolezza di come ogni volta che celebriamo il mistero di Cristo Signore questo ci <rigenera e ci rinnova nello Spirito Santo> (Tt 3, 5). Sulle sponde del Giordano l’acqua sembra scorrere come fuoco così il mistero della purificazione diventa non semplicemente un modo di lavare, ma anche di temprare. Nelle acque del Giordano il Verbo fatto carne è entrato nel crogiolo e nella fucina della nostra umanità sottomettendo se stesso a due operazioni convergenti: ammorbidire e temprare senza mai né indurire né cedere alla mollezza. La parola dell’apostolo Paolo ci aiuta a dare contenuto al cammino che la presenza tra noi di Cristo Signore apre per ciascuno di noi che abbiamo ricevuto non solo il battesimo di acqua ma anche quello del fuoco attraverso cui abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo: <vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà> (2, 12).
Per comprendere cosa significhi tutto questo lo stesso apostolo ci aiuta a distogliere lo sguardo da noi stessi per porlo decisamente sul Signore Gesù il quale <ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone> (2, 14). Il profeta Isaia suona la tromba della consolazione ed evocando l’insieme dei simboli divini si congeda dal suo ministero profetico che è così presente in tutto il tempo dell’Avvento e del Natale con un’immagine – quella del <pastore> – che si condensa in un avverbio: <dolcemente> (Is 40, 11). Contemplando il mistero del battesimo del Signore possiamo notare come il Cristo non si tuffa atleticamente nelle acque del Giordano ma si immerge in esse anzi si lascia immergere come tutti accettando si seguire il cammino di ognuno di noi.
Luca ci ricorda che lo Spirito Santo e la voce del Padre si fanno presenti solo quando <tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera…> (Lc 3, 21). L’immagine che è ritornata più volte durante il tempo natalizio di Maria in pensoso atteggiamento di meditazione, si completa in questo particolare del modo di essere in mezzo a noi del Signore Gesù: in preghiera! È infatti la preghiera il luogo in cui continuamente possiamo vivere i nostri battesimi e in cui dolcemente siamo chiamati ad immergerci nel mistero della vita come luogo in cui l’acqua delle nostre umane realtà riceve il fuoco della divina presenza.
Ogni monte colmato, ogni colle abbassato… sembrerebbe eccessivo se si trattasse solo di agevolare al Signore il cammino per raggiungerci, Lui che è capace di passare attraverso le porte chiuse e cammina sulle alture, balza per i monti come un capriolo, dice il Cantico ! Mi viene invece da pensare che l’esportazione si riferisca, invece, al fatto che, immersi in Cristo, diventiamo noi stessi “via” perché i fratelli possano incontrarlo. E quindi devo chiedermi: che sentiero sono, io? Attraverso me si può incontrare il Signore? O sono una strada sassosa, piena di arbusti spinosi edi ostacoli, che possono ostacolare o addirittura impedire al fratello questo incontro?
…su tutti i sentieri di montagna che portano verso le cime ci sono sassi, arbusti spinosi e ostacoli…ma, immersi in Cristo potremo superargli e andare avanti…allora…magari…il fratello si chiedera : ” ma come ha fatto per andare avanti su questo sentiero difficile… ?”