Attendere… attenzione

II settimana T.A.

Il male cronico della nostra vita è legato fondamentalmente alla nostra incapacità di guardare la realtà “attraverso” senza lasciarci ingannare e appiattire da una visione superficiale. Il guardare e il considerare la realtà senza profondità ci fa rischiare di sentire in modo apparentemente forte, ma talmente esteriore da non essere reale. Persino esperienze ed emozioni così forti come il ridere e il piangere possono essere segno che siamo veramente vivi, oppure esattamente il contrario che siamo già morti alla sensibilità interiore che è capace di cogliere la realtà sapendone indovinare lo spessore e portarne il peso. L’invito alla conversione che ancora una volta ci raggiunge attraverso la Parola è a divenire capaci di andare oltre le apparenze e ciò non può che costare fatica perché esige un di più di attenzione e una disponibilità ad andare oltre le proprie impressioni o, peggio ancora, quelle degli altri: <Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori> (Mt 11, 19).

Il profeta Isaia con la sua consueta forza ci invita a dare un minimo di <attenzione> (Is 48, 18) in più per cogliere la realtà per ciò che in essa conferma i nostri preconcetti e pregiudizi, ma per quanto ci chiede di imparare vedendo e ascoltando in modo più profondo. L’Avvento può veramente diventare una scuola di rieducazione dei sensi e in particolare della vista e dell’udito. Come afferma Romano Guardini parlando del Signore Gesù <Egli è la luce del mondo ma è anche segno di contraddizione e lo è per ciascuno di noi. Tutti siamo esposti al pericolo dello scandalo, lasciamo che sia risvegliato il nostro cuore e la nostra volontà per non soccombere>1. Lo scandalo da cui oggi il Signore ci chiede di prendere una certa distanza è proprio quel modo di guardare e ascoltare la realtà con atteggiamento capriccioso. Essere capricciosi è proprio di chi non riesce a esiliare se stesso dal centro del mondo, rischiando così di costringere il mondo ad esiliarsi da noi fino a lasciarsi tremendamente isolati.

Inutile lamentarsi con Dio, col mondo, con gli altri e persino con se stessi, se mai si accetta di essere guidati <per la strada> (Is 48, 17) che conduce alla vita e che esige, da parte nostra, una scelta di campo che non può essere il semplice omologarsi al sentire comune. Senza una certa capacità di distanziarsi dai luoghi comuni non potrà mai crescere in noi quella persona libera e responsabile che siamo chiamati a diventare attraverso un ascolto profondo e senza pregiudizio. La <sapienza> di cui ci parla il Signore Gesù identificandovisi è come un albero che ha bisogno di profonde radici per dare <frutto a suo tempo> (Sal 1, 3). Mentre già pensiamo all’albero di Natale da allestire nella nostra casa, forse potremmo dedicare un po’ di tempo al nostro albero interiore che ha bisogno forse di un po’ di attenzione per essere capace di <attenzione> (Is 48, 18).


1. R. GUARDINI, Prières théologique, Solesmes, Genève 2007, p. 39.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *