Non sei lontano

XXXI Domenica T.O.

Chi di noi non amerebbe ricevere personalmente la parola che il Signore rivolge allo scriba di cui ci parla il Vangelo: <Non sei lontano dal regno di Dio> (Mc 12, 34)? In questa parola del Signore vi è una delicatezza e un rispetto della cui squisita eleganza ci rimane in bocca il gusto e addosso il toccante profumo: non ce ne possiamo e non ce ne vogliamo liberare! In un contesto abbastanza virulento e aggressivo, che precede e segue questo incontro posto dopo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e nell’approssimarsi ormai della sua morte violenta, siamo di fronte alla possibilità – nonostante tutto – di parlarsi fino ad ammirarsi reciprocamente ripartendo dall’essenziale: <Tu amerai…> (Dt 6, 5). Di certo l’amore non si comanda eppure l’amore comanda tutta la vita fino a trasformarla. Questo verbo, che potremmo dire, è coniugato “al futuro” di speranza e di desiderio, non solo è conosciuto e proclamato dal Signore Gesù ma vissuto in una forma talmente assoluta per cui <può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio> (Eb 7, 25). Questo mistero di accostamento a Dio attraverso il Signore Gesù è proprio ciò che avviene in quella breve tregua che lo scriba concede con la sua domanda. Lo scriba e Gesù non si accontentano di una discussione accademica – troppo spesso sottilmente malevole – ma, mentre dialogano da <scriba> a <Maestro> (Mc 12, 32) trasformano delicatamente il futuro del comandamento nel presente dell’amore. Ci si potrebbe chiedere che cosa renda possibile tutto ciò? Ci si potrebbe interrogare su che cosa rende capaci di incontrarsi profondamente senza bisogno di eliminare l’elemento <lontano da> (12, 34) che resta ineludibile in ogni relazione umana e in ogni giusta relazione con <il regno di Dio vicino> (Mc 1, 15). Una risposta la troviamo proprio in quel comando su cui il comandamento si incastona: <Ascolta, o Israele> (Dt 6, 3 e 4). L’amore di Dio e del prossimo sarebbe impossibile senza questa disposizione di fondo all’ascolto e, nell’incontro tra lo scriba e Gesù, questo profondo ascolto reciproco è già un atto d’amore completo che non ha bisogno di niente altro: sufficiente a se stesso senza nessun bisogno di chiarire se stesso. Come dice, pieno di gratitudine, Guglielmo di St. Thierry rivolgendosi direttamente al Signore: <Tu mi hai fatto progredire fino a questo punto: desiderare di desiderarti e amare di amarti> e aggiunge <Perché la carità non fosse monca ci viene insegnato l’amore del prossimo, secondo la legge pura della carità>.

3 commenti
  1. maria cristina fregni
    maria cristina fregni dice:

    Se viviamo l’amore a Dio e al prossimo,
    anche noi non siamo lontani dal regno di Dio!
    “Il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo”

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  2. maria cristina fregni
    maria cristina fregni dice:

    Se viviamo i comandamenti dell’amore, anche noi non siamo lontani dal regno di Dio.
    “Il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo”

    Rispondi

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