Momento

XXVIII settimana T.O.

Il Signore Gesù fa una promessa solenne ai discepoli di ogni tempo: <lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire> (Lc 12, 12). La solennità della promessa che ci viene dal Signore per essere efficace deve sposarsi con la nostra disponibilità generosa e fiduciosa a vivere il momento presente senza troppo preoccuparci e, soprattutto, senza troppo premunirci. Il Maestro non ci promette di essere risparmiati dalle prove della vita e ancor meno da quelle della fede: <vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità> (12, 11). L’oggetto della promessa del Signore è di darci tutti i mezzi interiori per trovare le parole e i gesti adeguati per dare testimonianza fino in fondo al <Figlio dell’uomo> (12, 10). L’uso di questa immagine e di questo titolo da parte del Signore Gesù per parlare di se stesso ci porta direttamente al cuore del suo mistero pasquale in cui siamo chiamati a inabissarci e ad identificarci.

L’apostolo Paolo si rallegra profondamente <avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi> (Ef 1, 15). Dicendo questo siamo messi di fronte all’asse cartesiano della nostra vita di discepoli: la fede che si manifesta nell’amore. Questo ci aiuta a cogliere meglio che cosa significhi vivere il momento presente con fiducia e generosità. Infatti non c’è nessuna situazione, anche la peggiore che si possa immaginare, che ci possa realmente impedire di essere nella condizione di manifestare la nostra fede attraverso un amore adeguato alle circostanze e alle persone che quotidianamente incontriamo sulla nostra strada. La certezza più profonda che abita la nostra vita di credenti è di non avere bisogno né di preoccuparci né di discolparci (Lc 12, 11), ma solo di testimoniare la nostra fede in Dio attraverso una capacità sempre nuova di rinnovare la nostra fiduciosa alleanza con i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Resistere a questo dinamismo interiore sarebbe come tagliare la radice della nostra fondamentale relazione con Dio non credendo alla sua promessa di essere dentro di noi per accompagnarci in ogni <momento> della nostra vita. Per il Signore Gesù questo sarebbe il peccato che <non sarà perdonato> (12, 10). Infatti, tutto può e deve essere perdonato, ma la via del perdono viene sbarrata se non crediamo più all’altro, non ci fidiamo più dell’Altro che vive e opera dentro il nostro cuore. La preghiera di Paolo può diventare la nostra stessa preghiera: <illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore> (Ef 1, 19). 

1 commento
  1. Marielle
    Marielle dice:

    ” L”amore e la solitudine sono come i due occhi della stessa faccia. Pochissime persone sanno amare, perchè pochissime sanno perdere tutto ” ( Christian BOBIN )
    Aiutaci, Signore, a crescere fino a ” PERDERCI IN TE “…

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