Facile?

XIII settimana T.O.

La provocazione con cui il Signore Gesù reagisce alla reazione dei farisei che sono scandalizzati dalla sua pretesa di poter arrivare a guarire non i sintomi ma le radici delle malattie che ci paralizzano e ci sfigurano, riguarda anche noi: <Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono rimessi i tuoi peccati”, oppure “Alzati e cammina”?> (Mt 9, 5). La <bestemmia> (9, 3) che viene contestata a Gesù è, in realtà, la più grande delle benedizioni e delle confessioni della grandezza di Dio che si possa immaginare: <Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati> (9, 2). Il Signore Gesù ci rivela un volto di Dio che ci fa coraggio nell’affrontare la vita superando tutte le nostre paralisi e dedicandoci a questo processo di ottimizzazione della vita insieme. L’evangelista sottolinea come la parola rivolta direttamente e autorevolmente al paralitico è il frutto di una constatazione più ampia: <vedendo la loro fede>. 

È come se il Vangelo ponesse sotto i nostri occhi due modi di stare al mondo insieme: quello dei farisei da una parte che sembrano continuamente preoccupati di trovare l’errore in tutto e in tutti e quello di questo gruppo di amici – il cui numero rimane indefinito in Matteo a differenza di Marco – che conduce a Gesù il paralitico nella piena fiducia che qualcosa di buono e di bello potrà ancora succedere nella sua vita a contatto con il Cristo. La risposta alla domanda provocatoria del Signore Gesù non è teorica, ma è assolutamente pratica:< Ed egli si alzò e andò a casa sua> (9, 7). Ciò che sta al cuore della predicazione esistenziale del Signore è che ogni persona possa riprendere in libertà, autonomia e pienezza la propria strada per coronare al meglio il mistero della propria vita. Per questo è necessario sempre un grande <coraggio> che è il primo dono che il Cristo fa a chiunque si avvicini a Lui nella sincera fiducia di poter ricevere una spinta e un orientamento per continuare a vivere.

Eppure ciò che ci viene narrato nella prima lettura circa il profeta Amos, vale anche per il Signore Gesù che reclama per se stesso il titolo misterioso e inquietante di <Figlio dell’uomo> (9, 6). Nello scontro di competenze che mette a rischio una serie di privilegi il sacerdote di Betel non esita a cercare e ottenere al complicità del re Geroboamo: <Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa di Israele; il paese non può sopportare le sue parole> (Am 7, 10). Ciò che non è sopportabile nelle parole e nelle prese di posizione di Amos è proprio la sua decisione a smascherare le logiche del potere iniquo che rischia di alleare il potere politico e quello religioso a svantaggio dei più umili e dei più poveri. Così pure ciò che allarma i devoti farisei è che la predicazione e la compassione di Gesù dia troppo coraggio a quanti sono normalmente tenuti in una situazione di soggezione e questo li renda troppo liberi e troppo audaci… troppo poco controllabili attraverso un sistema sottile di colpevolizzazione che la parola di Gesù stravolge con quel suo diretto, gratuito e incondizionato: <Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati>. Tutto può ricominciare! La questione rimane aperta: cosa è più facile rimettere in moto il cuore o le gambe?!

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