Fede

XII Domenica T.O.

Ai discepoli che forse pensavano di avere con sé sulla barca una sorta di talismano nella persona del Maestro che li avrebbe tenuti al sicuro da ogni pericolo, il Signore chiede di fare un passo in più. Come dice l’apostolo: <L’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti>. Paolo aggiunge e chiarisce in modo inequivocabile: <perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro> (2Cor 5, 14). Sembra proprio che al Signore non <importa che siamo perduti> (Mc 4, 38) poiché a Lui importa che viviamo e diventiamo <una nuova creatura> (2Cor 5, 17). Certo egli placa la tempesta, ma la parola che rivolge al vento e al mare la rivolge, in realtà, al nostro cuore in subbuglio e dominato dall’angoscia ogni volta che ci rendiamo conto di un pericolo per la nostra vita e per tutte quelle <cose vecchie> (5, 17) che ne sono ormai la trama e a cui siamo abituati e, spesso, così affezionati. Certo la tempesta infuria sul mare, ma a nessuno viene in mente di alleggerire la barca gettando in mare un po’ di zavorra. Noi tutti siamo in questo “ebrei”! Questo popolo che, a differenza dei suoi vicini, è così legato alla terra e così timoroso del mare come abbiamo cantato nel salmo: <Salivano fino al cielo, scendevano negli abissi, si sentivano venir meno nel pericolo> (Sal 106, 26). Eppure, proprio il salterio ci dice <sul mare passava la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, e le tue orme rimasero invisibili> (Sal 76, 20).

Il Signore ci invita a camminare sulle acque, a liberarsi dalla zavorra di quella paura di sopravvivere ad ogni costo che ci appesantisce così tanto da farci sprofondare. Come Giona anche Gesù dorme, mentre tutti si agitano. Come spiega Agostino in uno dei suoi Sermoni: <Il Signore Gesù era certamente padrone del sonno non meno che della morte e, quando si trovava nella barca sul lago, l’Onnipotente non ha certo ceduto al sonno senza volerlo. Se pensate una cosa del genere, vuol dire che il Cristo dorme dentro di voi. Se, al contrario, il Cristo è sveglio dentro di voi, anche la vostra fede è sveglia>. In realtà forse siamo noi che siamo addormentati mentre il Cristo Signore semplicemente e beatamente riposa <sul cuscino> (Mc 4, 38) della sua serena fiducia che è già il <porto sospirato> (Sal 106, 30). La domanda che Dio pone a Giobbe viene posta anche a noi: <Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite> (Gb 38, 8-10). L’unica risposta adeguata a questa domanda è una fede più fiduciosa e una speranza più serena.

2 commenti
  1. Piccolezza
    Piccolezza dice:

    Grazie per questo cammino di crescita donato e condiviso!
    Grazie per il rispetto, la franchezza e la delicatezza presenti nello spezzare e offrire la Parola.
    Dono per un di più di umanità, per me sicuramente ma per tanti!
    Grazie

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