E’ ben nota la risposta data da Gesù al giovane alla richiesta sul modo di assicurarsi la vita eterna “Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi dallo ai poveri e avrai un tesoro nel Cielo; poi vieni e seguimi” (Mt. 19,21). La vita monastica è sorta tra i cristiani per rispondere a tale appello del Signore: migliaia di uomini e di donne nel corso dei secoli, toccati dalla grazia dello Spirito Santo e affascinati dalla persona di Gesù, hanno lasciato casa, parenti, beni terreni per dedicarsi totalmente a Dio, sommamente amato, in una vita povera, condotta nel silenzio, nella preghiera e nel lavoro. Ma quell’appello è anche all’origine della scelta degli oblati.
Nel Medioevo con il termine “oblato” (dal latino oblatus participio passato di offerre “offrire”) si indicava una persona che per volontà propria od altrui (nella fattispecie dei propri genitori) veniva offerta a Dio in un chiostro. Gli Oblati potevano essere così, sia dei bambini che degli adulti; questi ultimi per loro scelta si offrivano al monastero per vivere una vita in stile “monastico” al servizio della Comunità. Attualmente verrebbero detti oblati regolari.
Oggi è maggiormente diffusa la forma dell’oblazione secolare. Essa consiste essenzialmente nell’assumersi, da parte di persone che conducono la loro esistenza nelle ordinarie condizioni di vita di tutti gli altri uomini, l’impegno di una maggiore perfezione cristiana secondo lo spirito benedettino; impegno che si rende possibile, appunto, con l’affiliazione ad una determinata Comunità monastica. Prende il nome di oblazione perché prende l’avvio da quell’atto riconosciuto dalla Chiesa, con il quale, per mezzo delle mani di San Benedetto, ci si offre a Dio. E’ doveroso sottolineare il fatto che l’adesione alla spiritualità benedettina, mediante l’oblazione, rende difficile per la stessa persona che vi aderisce, far parte di altri Ordini o Istituti religiosi (Unità di disciplina), come ad esempio i Terziari. Questo si spiega nel fatto che ciascun Ordine o Istituto, nella Chiesa, ha la sua specifica e determinata fisionomia spirituale.
In sintesi, contribuiscono a definire la scelta dell’oblato benedettino tre elementi: la volontà di praticare sempre meglio gli impegni derivanti dal Battesimo; l’assunzione della spiritualità benedettina come via per andare a Dio; il legame con una ben precisa Comunità monastica.
La costituzione del gruppo degli Oblati secolari dell’Abbazia di Novalesa risale agli inizi degli anni ‘80. Nacque nell’ambito di alcuni amici che frequentavano il monastero: chi per pregare con i monaci, chi per trovare un’atmosfera di quiete e silenzio, chi per parlare dei propri problemi, chi per aiutare nei tanti servizi da compiere; intanto altri Oblati, che avendo emesso la loro oblazione in monasteri fuori dal Piemonte ed avendo difficoltà a raggiungerli, decisero di incontrarsi a Novalesa: essi hanno contribuito con la loro presenza ed il loro zelo a farci meglio apprezzare il significato e l’impegno all’oblazione.
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