Nessuno è escluso
CRISTO RE –
Ancora una volta l’evangelista Marco cede il posto a Giovanni con il quale concludiamo questo anno liturgico. Lo facciamo ritornando al momento più forte della vita del Signore, che è la sua gloriosa Passione. Mentre portiamo a compimento il ciclo di un anno liturgico in cui ci è stato dato nuovamente di meditare il mistero di Cristo e ci prepariamo a vivere un nuovo Avvento, la Liturgia ci chiede di volgere lo sguardo del nostro cuore <a Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen> (Ap 1, 5-6). Il veggente di Patmos è talmente preso dalla sua visione di Cristo Risorto da ritenere che a Lui si debbano volgere <anche quelli che lo trafissero> (1, 7). In una parola, nessuno è escluso e ognuno è invitato ad entrare nel Regno di Dio che ci è stato annunciato in Cristo Signore. La Liturgia di questa domenica ci fa contemplare il mistero del Regno di Dio che viene attraverso la contemplazione di Gesù che davanti a Pilato dichiara con solennità: <Io sono re> (Gv 18, 37). Nella misura in cui ciascuno di noi si mostra in grado di accogliere la logica del Vangelo partecipa di questa medesima regalità. Ma qual è il segreto del re, potremmo chiederci? Una risposta possibile a questa domanda la troviamo nella Colletta della Messa: <Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine>. Il <segreto del re> (Tb 12, 7) è proprio il mistero della libertà che produce una modalità di relazione in cui non ci sono <servitori> (Gv 18, 36), ma solo <amici> (Gv 15, 15). La solennità odierna ci aiuta a mantenere la giusta distanza e, se si rendesse necessario, a saperci opporre risolutamente ad ogni errore sulla regalità di Cristo quando viene intesa – come già da parte degli stessi apostoli e di quanti incontravano Gesù sulle strade della Palestina – in senso politico. La regalità del Signore Gesù è quella che viene partecipata ad ogni battezzato attraverso l’immersione nell’acqua e l’unzione con il Crisma: essere liberi dalla radice dell’egoismo che genera il peccato per essere liberi di amare come Cristo fino a dare la vita. Il confronto con Pilato è proprio questo raffronto tra due logiche che sono agli antipodi: l’egoismo e l’amore, il potere e il servizio, la schiavitù e la libertà. Quando il profeta Daniele vede <venire con le nubi del cielo uno simile ad un figlio d’uomo> (Dn 7, 13) dice che <il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto> (7, 14). Sotto la croce, dove la Madre e il discepolo amato sanno rimanere fino alla fine perseveranti nell’amore, essi non hanno <combattuto> (Gv 18, 36) per difendere Gesù bensì ne sostengono l’offerta come Aronne e Cur sostennero le braccia di Mosè mentre il popolo combatteva contro Amalek guidato da Giosué (Es 17, 10).