Cosa volete?
XI settimana T.O. –
Spesso e volentieri noi non sappiamo quello che vogliamo e soprattutto non siamo disposti a pagare il prezzo di ciò che desideriamo e di ciò che speriamo per la nostra vita e la vita di quanti amiamo. Oggi la parola del Signore Gesù orienta e obbliga il nostro cuore a compiere delle scelte come pure l’esempio di Zaccaria – così vivo nella memoria del popolo da essere citato dallo stesso Signore contro i farisei – ci indica il modo con cui non solo esprimere, ma pure pagare ciò che ci sta veramente a cuore. In un momento non facile, in cui la cosa più semplice sarebbe stata quella di accodarsi al modo di sentire di tutti, troviamo che <lo spirito di Dio investì Zaccaria> (2Cro 24, 20) che rinverdì la memoria di tutti per non commettere in futuro gli stessi errori del passato. A tutti piace l’immagine bucolica che troviamo nel vangelo di quest’oggi: <Guardate gli uccelli del cielo… Osservate come crescono i gigli del campo…> (Mt 6, 26 e 28). È vero che gli uccelli <non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai>; è anche vero che i fiori <non faticano e non filano>, ma quanto, gli uni e gli altri, devono imparare l’arte di accontentarsi e di lasciarsi sfamare e rivestire dalla vita senza pretese e con una inenarrabile gratitudine piena di meraviglia?
Quest’oggi siamo chiamati a metterci alla scuola del profeta Zaccaria per imparare da quanto abbiamo già vissuto e, in modo del tutto particolare, da quanto abbiamo già sbagliato nella nostra vita. Siamo anche chiamati a metterci alla scuola della natura per imparare quel sereno abbandono che non corrisponde, almeno non sempre, ad una sicura facilitazione, che è indice di una fiducia di fondo nella vita che ci permette di vivere nel suo flusso con semplicità, che non significa ingenuità. Per questo il monito del Signore non solo ci riguarda profondamente, ma può diventare per noi una sorta di guida per le nostre scelte quotidiane: <Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza> (Mt 6, 24).
Non si tratta di una concorrenza tra noi e Dio, tra ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno per vivere e il Regno di Dio. Si tratta, invece, di una necessità di chiarificazione attraverso una messa in ordine che esige anche una messa in valore degli aspetti della nostra vita che permetta a noi stessi di capire chi siamo realmente attraverso una percezione sempre più chiara di ciò che veramente desideriamo per il nostro cammino. La parola del Signore Gesù ci ricorda che non è possibile vivere all’altezza della nostra vocazione di uomini e di credenti senza dover compiere delle scelte che indichino in modo chiaro non tanto le nostre preferenze emotive – perlopiù passeggere – ma quelle che sono le nostre scelte attraverso cui possiamo manifestare le nostre priorità. Tutto ciò non può che manifestarsi nel momento presente in cui siamo invitati a non lasciarci dominare dalle preoccupazioni, ma guidare interiormente dagli appelli della vita.